Stop alla sindrome del colon irritabile con la dieta LOW FODMAP

Disturbi del tratto gastrointestinali sono molto comuni nella popolazione e possono avere un forte impatto sulla qualità di vita delle persone. Ad oggi esistono poche terapie farmacologhe mirate alla risoluzione del problema, per questo motivo è importante seguire le indicazioni nutrizionali che sono state applicate in studi scientifici validati (Suma Magge and Anthony Lembo, 2012).
Ce ne parla la nostra Biologa Nutrizionista.

La sindrome del colon irritabile, detta Irritable Bowel Syndrome (IBS), è un disturbo funzionale cronico, spesso invadente, caratterizzato da dolore addominale e disordini nella motilità intestinale.

Spesso la sintomatologia dell’IBS è associata all’ingestione di determinati alimenti; i sintomi riportati dai pazienti includono alterata motilità intestinale, ipersensibilità viscerale, fermentazione intestinale anormale e malassorbimento di zuccheri, con conseguente aumento della produzione di gas intestinale e distensione della parete addominale. Le diete di completa esclusione di determinati alimenti non portano buoni risultati a lungo termine e possono causare problemi di carenze nutrizionali.

Il protocollo studiato per alleviare i sintomi della sindrome del colon irritabile prevede una dieta a basso contenuto di FODMAP, acronimo che sta per Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosacchaides and Polyols. I FODMAP sono carboidrati a corta catena, poco assorbibili e rapidamente fermentabili, che portano a un eccesso di fluido e di gas intestinale con conseguente gonfiore e dolore addominale.

I FODMAP si trovano in un’ampia varietà di cibi, tra cui quelli che contengono lattosio, fruttosio in eccesso rispetto al glucosio, fruttani, galatto-oligosaccaridi e polioli (sorbitolo, maltitolo, xilitolo e mannitolo). Il protocollo prevede una forte limitazione di consumo di FODMAP per circa 6-8 settimane e la graduale reintroduzione dei cibi sotto il controllo dello specialista.

Esempi di cibi ricchi in FODMAP, da limitare nella prima fase di dieta sono: latte e derivati, mela, pesca, anguria, succhi di frutta, asparagi, carciofi, broccoli, cavoli, aglio, cipolla, piselli, fagioli, cacao e cereali integrali.

Via libera invece a mirtilli, banana, uva, kiwi, fragole, lamponi, yogurt a ridotto contenuto di lattosio, pomodori, carote, zucchine, peperoni, lattuga, fagiolini, mais, farro decorticato, miglio, grano saraceno e riso.

Ogni persona va valutata accuratamente dallo specialista per mettere a punto un percorso nutrizionale personalizzato, ma indicazioni generiche per migliorare la sintomatologia gastrointestinale sono le seguenti:
- idratarsi correttamente: bere ogni giorno almeno 1,5 l/die di acqua, con la quale si possono fare 1 tazza di te verde al mattino o pomeriggio e 1 tazza di tisana al pomeriggio o sera, senza aggiungere zucchero o dolcificanti;
- evitare alimenti che possano creare irritazione a livello intestinale: ad esempio caffè, cioccolato, bevande alcoliche, bevande zuccherate (succhi di frutta, aranciata, te freddo, coca-cola), sughi pronti e condimenti elaborati (es. pesto, burro, margarina, ragù pronto, sughi freschi alle noci o radicchio, besciamella, panna), prodotti confezionati (es. brioche e merendine, biscotti frollini, creme al cioccolato, marmellate ricche di zuccheri);
- evitare cibi ricchi di zuccheri semplici e grassi, ad esempio cibi fritti, patatine in sacchetti, salatini, maionese, dolci e alimenti già pronti e confezionati;
- evitare latte e latticini con lattosio, prediligere i prodotti a ridotto contenuto di lattosio o bevande e yogurt vegetali (ad es. latte di riso o d’avena, yogurt bianco senza lattosio, yogurt di soia);
- ridurre cibi che possano provocare gonfiore e meteorismo intestinale, ad esempio cibi ricchi di fibre (es. cereali integrali), legumi, broccoli, cavolfiori e altri alimenti con un elevato contenuto di FODMAP;
- mangiare la frutta lontano dai pasti, preferibilmente negli spuntini o a colazione;
- limitare il pane fresco ricco di mollica perché poco digeribile, prediligere pane a fette tostato o pane con poca mollica, es. rosetta o michetta;
- prediligere metodi di cottura semplici, ad esempio al vapore, al cartoccio, in padella con un filo di olio evo;
- evitare preparazioni culinarie elaborate e fritti (es. patatine fritte, hamburger e salse pronte, hot-dog, wurstel, lasagne, trippa, maionese, pizze alte e molto farcite);
- masticare e mangiare lentamente, evitare di masticare chewing-gum durante la giornata;
- mantenere uno stile di vita attivo e fare attività fisica costante; mangiare almeno 2-3 ore prima dell’attività fisica per favorire la corretta digestione e non avere problemi intestinali durante lo svolgimento dell’attività.

Se anche tu soffri di disturbi gastrointestinali, vieni a conoscere la nostra Biologa Nutrizionista, saprà guidarti in un percorso di rinascita intestinale, con un protocollo nutrizionale fatto su misura per te e un’adeguata integrazione alimentare per la tua microflora batterica intestinale.